Regole varie ed eventuali dell’avventura

Salve a tutti! Oggi dopo un periodo di silenzio alquanto lungo causa triplice compleanno con relativa organizzazione degli stessi, ho intenzione di darvi i dettagli dell’avventura da un punto di vista regolistico: Point buy, spell modificati, materiali autorizzati ecc.

Iniziamo con ordine: i manuali utilizzabili sono tutti quelli della 3.5, più alcuni della 3.0 previa autorizzazione del DM. Tendenzialmente non faccio usare i Dragon Magazine per due motivi: 1) Tutto quel materiale permette combo vergognose, o comunque estremamente game-breaking 2)Non conoscendoli per rimettermi in pari dovrei leggere l’intero Dragon Magazine compendium, e purtroppo allo stato attuale non ne ho il tempo.In ogni caso se mi viene richiesto vado a leggere un particolare archetipo/spell/talento ed eventualmente lo permetto.

Per i punteggi ho fatto tirare 6 volte 4d6, facendo ritirare tutto se il punteggio risultava inferiore al 10, e permettendo il reroll di un solo 1 e di un solo 2 tra tutti i tiri. Nel caso il punteggio totale(dopo aver distribuito 10 punti base in ogni caratteristica) fosse inferiore a 25, il giocatore aveva 2 punti bonus per non risultare troppo debole.

Livello iniziale 13, con la possibilità di avere un archetipo/razza con LEP +1 gratuitamente. Monete iniziali standard per il livello(110.000);oggetti di caratteristica massimo +4; Deviazione e naturale massimo +3;mantello tiri salvezza massimo +4;altri eventuali oggetti molto costosi(30.000 o piu) permessi in alcuni casi.

Per ambientazione non esistono gli altri Piani, se non astrale ed ombra utilizzati solo per gli spostamenti; non esistono draghi di alcun tipo, nè sono mai esistiti; gli incantesimi Evoca Mostri si chiamano Crea Mostri, creati dai maghi elfi nel corso degli anni, che effettivamente creano per un lasso di tempo definito un mostro che nella realtà non è presente(non essendoci i Piani Angeli, Demoni e quant’altro non esistono).  Portale ha i suoi due utilizzi standard, ma invece di evocare una creatura la crea, in base all’indole ed ai desideri dell’incantatore;quindi ad esempio, un mago malvagio non potrà mai creare un angelo. Inoltre terminato l’incarico per il quale l’incantatore l’ha evocato, il mostro può decidere se rimanere o scomparire.

Le resurrezioni ed altri incantesimi divini molto potenti che chiamano in causa gli dei vengono gestiti in modo parsimonioso dai tre alti sacerdoti delle principali divinità di Desteria: Corellon, Moradin e Pelor. Dato che l’intero mondo è permeato di magia, effetti che ne alterano l’equilibrio(come Disgiunzione) vengono usati molto raramente, e solo in casi eccezionali.

Inoltre avevo informato il gruppo che uno di loro avrebbe potuto giocare un Dragonborn:i miei giocatori hanno iniziato una furiosa lotta per chi potesse farlo, senza chiedere maggiori informazioni, ed alla fine é uscito il vincitore che ha avuto tante belle sorprese: la stragrande maggioranza delle persone che incontra prova un odio immenso nei suoi confronti, compresi due dei suoi compagni, tutti gli oggetti per lui costano il 10% in più ed essendo nato Dragonborn non ha avuto nessun vantaggio della sua razza base(umano).

Se avete domande non esitate a farle nei commenti, sarò ben felice di rispondervi !


BG di Raziel thurkear thric

Nome: Raziel thurkear thric(Raziel (notte di nessuno in draconico)

Razza : Dragonborn

Anni:24

Classe/Livello:Bardo/6,Taumaturgo Lirico/1,

Incantatrix/3, Accordo Sublime/1 ,Incantatrix/2

Allineamento:Caotico/Buono

“Non l’ambizione dà forza alla propria volontà, ma la tristezza di cui si fa carico il giusto” in queste parole è riassunto il mio pensiero,il motivo che mi spinge ad andare avanti,a combattere le ingiustizie che imperversano l’intero cosmo,come un bolide giungerò nel giorno più buio e nella notte più profonda,la mia voce sarà straziante per coloro che seguono le vie del male e rincuorante per tutti coloro che portano la luce nel cuore.Vladek Amalit tu mi hai trattato con rispetto e mi hai concesso la tua amicizia,ora è tanto che ci conosciamo e questa notte ti racconterò la mia storia.

Nacqui circa 24 anni or sono a Gater;tutto quello che so dei miei genitori è che erano umani e che nemmeno un legame di sangue così stretto come genitore/figlio potè far molto contro il disgusto che la maggior parte dei viventi ha verso le mie deformità.Mi abbandonarono su una strada di periferia,li mi trovò Pandragon,un mendicante, che ebbe pietà forse di una creatura appena nata…mi sfamò e mi insegno la lingua degli umani perchè da quel che mi raccontò quando fui più grande l’unica lingua che parlavo,se di una lingua si tratta,sono i suoni gutturali che mi escono dalla bocca nei momenti di poca razionalità…più il tempo passava più il mio corpo cresceva,le mie squame si irrobustivano,i miei sensi si sviluppavano e quando ebbi 14anni scoprì di possedere il dono della magia!Con la voce riuscivo a incanalare il potere e con esso crescevano le mie possibilità di aspirare a un futuro migliore,iniziai a lavorare per ogni artigiano che mi offrisse un lavoro,la sera nonostante fossi stanco mi impegnavo a far progressi nella magia.All’età di 18 anni riuscii a comprare una casa a Gater.L’unico passatempo che mi concedevo era a tarda sera stare per ora a guardare le stelle,mi sono sempre chiesto se da qualche parte ci fossero esseri come me…Alla morte di Pandragon decisi che era tempo di staccarmi da quella città,avevo bisogno di qualcuno che potesse insegnarmi come utilizzare correttamente i miei poteri.Col cuore colmo di tristezza mi allontanavo da quella cittadina che per 18 anni era stata la mia casa,nonostante gli insulti della gente e l’esser stato abbandonato alla nascita non c’era odio nel mio cuore ma solo la voglia di trovare un modo che mi avrebbe permesso un giorno di esser accettato da tutti…camminai per due settimane sotto la pioggia(nemmeno il tempo era gentile con me)spesso ripensavo a quanto infelice fosse stata la mia vita e quando pensavo a cosa volesse dire avere un amico una goccia in più si univa a quelle cadute dalle nuvole.Ad Amalit conobbi te,scambiammo 4 chicchiere sui nostri poteri,tu avevi la tristezza nel cuore e te lo leggevo negli occhi ma fosti molto gentile con me.Molto del percorso che ho compiuto te lo devo,infatti la prima cosa che notai è che i tuoi poteri erano in un certo senso notevolmente superiori ai miei,mi dedicai quindi allo studio ramificato delle arti arcane.Ripartii alla volta della capitale.

Arrivato a Kallyste entrai nella sede dei maghi che verificati i miei poteri mi diedero il permesso di accedere a Ralden.Qui un mondo meraviglioso si prostrò ai miei occhi e con un piacere che solo ora puoi capire,mi dedicai quindi allo studio ramificato delle arti arcane,subito dopo mi iscrissi all’accademia per incantrix e dopo due anni venni considerato degno di unirmi agli Accordi sublimi.Qui mi spiegarono che facevo parte degli eletti e che la voglia a forma di occhio sulla mia spalla destra faceva parte della profezia che ben conosci.

Imparai che la musica non è solo un suono piacevole ma una sequenza matematica piena di significato,nulla più di un trampolino per la vera comprensione universale,musica e magia non sono che la medesima cosa:uno strumento per la comprensione dell’infinito!.I sei mesi appresi più potere di quanto non ne avessi mai visto in tutta la mia vita,Traevo il potere dalle stelle,sotto il loro influsso il mio potere aumentava  così come la mia conoscenza.Il primo incantesimo che creai fu imparte per estetica(i miei colori irridescenti erano troppo vistosi,scelsi il nero…più sobrio)d’altro canto irrobustiva le mie squame rendendo più difficile ferirmi,ogni mattina prima di rivelarmi al mondo “vestivo” di nero.Il secondo incantesimo che creai mi permetteva di eruttare dalla bocca uno dei 5 elementi cosa che trovavo irresistibile…in seguito ogni giorno mi proteggevo con strati e strati di incantesimi,un armatura e uno scudo di pura energia,la voce di melodiosa di una sirena,la capacità di muovermi in un lampo…Ora avevo i mezzi per compiere un’impresa che mi avrebbe fatto accettare dal mondo.In circa 3 anni riuscii a stringere amicizia con un discreto numero di incantatori,ero stimato da molti maestri per la mia dedizione alle arti arcane e l’entusiasmo con il quale plasmavo la magia a mio piacimento.Approfondii lo studio di tutta la magia avendone una visione generale che ben pochi incantatori hanno.Ora ti rirovo colmo ti potere e vedo che come me hai scelto la via dell’incantatar,il tuo compagno Targal ha lo stesso odio per me che provano la maggior parte degli esseri viventi ma non importa,sono sicuro che con il tempo imarerà ad accettarmi.


BG di Vladek Amalit

Aspetto: Vladek Amalit è un catfolk di circa 24-25 anni, è alto 175 cm, è abbastanza robusto, occhi castani, capelli neri e lunghi.

BG: Cresciuto all’interno del suo clan Amalit, dal quale appunto prende il suo cognome, situato  nella foresta nei pressi di  Talassa, Vladek ha trascorso un’infanzia abbastanza tranquilla assieme ai suoi amici ma soprattutto assieme a suo fratello Aeyron, più grande di lui di qualche anno. È sempre stato attratto dalla magia e fin da piccolo ha sempre mostrato una certa propensione nell’uso di quest’ultima e ha sempre cercato di capirne qualcosa di più rovistando in segreto tra i pochi libri posseduti dal padre [Probabilmente un mago o qualcosa del genere; era molto riservato quindi Vladek non sa molto di lui], imparando però al massimo qualche piccolo trucchetto.
I giorni passavano tranquilli finché una notte un gruppo di ladri del clan Running Brook decise che l’obiettivo della serata sarebbe stata la piccola casetta Amalit, situata sul terzo albero più alto della zona; Aeyron però, alzatosi per sgraffignare qualcosa da mangiare si ritrovò nel bel mezzo del saccheggio, purtroppo non ebbe nemmeno il tempo di gridare aiuto alla famiglia che fu accoltellato alle spalle, i ladri, saccheggiati la maggior parte degli oggetti di valore in casa, fuggirono indisturbati. Il mattino seguente Vladek fu svegliato dal dispiacere dei genitori, che piangevano l’ormai defunto figlio.
Alzatosi dal letto si diresse verso la sala principale per capire cosa stesse accadendo, e la prima cosa che vede non fu certo delle più belle, la madre piangente in ginocchio con la sagoma del fratello a terra priva di vita, il dolore di quella scena era indescrivibile.
Pochi giorni dopo il funerale, Vladek fu costretto a riprendere la sua vita normale, guadagnava quelle poche monete d’oro che gli bastavano per avere una certa autosufficienza come aiutante di un mercante d’armi, finché un giorno, tentando di convincere una persona a comprare un pugnale di dubbia fattura, strinse amicizia con un elfo, questi gli parlò delle sue incredibili gesta, gli raccontò che un giorno, mentre affrontava uno dei suoi viaggi, nei pressi di Talissa, nello stato di Vellyon  incontrò un potente mago(o almeno lui credeva lo fosse), in grado addirittura di rianimare i morti, l’elfo però gli confessò che probabilmente il mago ormai era defunto siccome quando lo conobbe era ormai vecchio e quasi non si reggeva in piedi da solo…Dopo quel racconto un solo pensiero balenava nella testa del catfolk, avrebbe potuto sviluppare i suoi poteri arcani ( di cui già aveva una discreta padronanza) per poter affrontare un viaggio da solo e cercare il mago per resuscitare il suo caro fratello Aeyron, scomparso ormai da qualche mese, del resto non sarebbe stato difficile imparare qualche incantesimo considerando che già quando era un fanciullo aveva imparato qualche trucchetto di magia…Ovviamente si sbagliava, non era così semplice, ma ci doveva almeno provare…
Ma di certo non poteva partire così su due piedi, nel suo piccolo villaggio vi era una piccola accademia, se così si poteva definire, era molto varia, vi si insegnava un po’ di tutto, dal combattimento alla progressione delle conoscenze arcane, purtroppo non era niente di che, dovendosi occupare di tutto, non era come si potrebbe definire una “accademia di specializzazione”. Durante uno dei suoi viaggi di esplorazione nella foresta, Vladek fece un piacevole incontro, nel cuore inoltrato della foresta(non troppo distante dal villaggio, ma ben nascosto ) risiedeva un potente Incantatar, si faceva chiamare Uraka, e gli insegnò tutto ciò che sapeva sulla metamagia; “Ti insegno queste cose perché tu sei il prescelto” disse, “Il prescelto? Che intende dire” rispose Vladek, “Lo scoprirai…”. Passò così qualche anno di apprendistato da Uraka, facendo avanti e indietro tra il suo villaggio e il suo rifugio, sin quando un giorno, come se nulla fosse, l’Incantatar sparì, e così anche il suo rifugio, come se non ci fosse mai stato, per Vladek questo fu come un segno, forse era giunto il momento di partire alla volta di Talissa.
Poche settimane dopo così, decise di informare i suoi genitori della sua scelta, sarebbe partito alla volta di Talissa, per apprendere quanto di più possibile sulla magia, ma non disse nulla riguardo alle sue intenzioni di rianimare il fratello; non furono i genitori più felici del mondo quando ascoltarono le sue intenzioni, ma ormai Vladek aveva raggiunto la maggiore età e non avrebbero potuto fare nulla per fermarlo, così qualche giorno più tardi, conclusi i preparativi per il viaggio, e salutato i suoi amici e i suoi familiari, prese il primo “trasporto” del villaggio diretto nella città di Talissa, o almeno nei pressi di quest’ultima.
Il suo viaggio non fu semplice come si aspettava, la carovana fu varie volte assalita da banditi fino a quando il “capitano” della spedizione non decise che era giunto il momento di fermarsi, che non avrebbe avuto senso proseguire il viaggio; mancava ancora molto ai confini della città Talissa e Vladek doveva trovare un modo per raggiungere quel territorio a costo di affrontare il viaggio a piedi…

 

 

N.B.: Come per l’altro BG, l’ho riportato integralmente come scritto dal PG. Il bello di D&D è anche questo!


Retenor, l’Obelix nanico

Vi posto qui la build di un simpatico nano, razza che amo, incentrato sulla difesa. Godetevelo e ditemi cosa ne pensate 😀

 

Nano Mezzo-drago Chierico 12/Guerriero 2/Deepwarden 2/Fist of the forest 2 (Domini: Forza, Nani)

Talenti:Colpo senz’armi migliorato, Attacco poderoso, Resistenza, Inc. Estesi, Inc. Persistenti, Metamagia divina(Persistenti), Incantatore provetto, Scacciare extra, Steadfast determination, Tempra possente(Bonus dal Dominio dei Nani)

Caratteristiche + Bonus

FOR 18 +8(Giusto potere, taglia) +6(Potere divino, potenziamento)= 32
DES 10
COS 25 +5(Tomo, intrinseco) +4(Giusto potere, taglia) +6(oggetto COS+6, potenziamento)=40
INT 10
SAG 17 +1(Tomo, intrinseco) +6(oggetto SAG+6, potenziamento)=24
CAR 30 +6(oggetto CAR+6, potenziamento)

PF 405(99 DV medi, 285 COS, 21 per Potere divino)

Classe armatura 75=10+8(bracciali dell’armatura)+7(scudo fluttuante)+15(COS invece di DES per il deepwarden)-1(taglia)+8(4 di mezzo drago e 4 di giusto potere)+5(deviazione)+22(15 di COS da Fist of the forest e 7 di SAG per la cintura del monaco)+2(1 di pietra fluttuante e 1 di cintura del monaco)

Tiri salvezza
Tempra 39=17(base)+15(COS)+6(resistenza superiore)+1(Pietra fluttuante verde pallido)
Riflessi 14=7(base)+6(resistenza superiore)+1(pietra)
Volontà 34=12 base+15(COS per Steadfast)+6(resistenza superiore)+1(pietra)

Attacchi

Colpo senz’armi +5(zanna magica superiore permanente) 38/38/33/28/23 3d8+19

Oggetti: CAR+6(36k), Manuale SAG+1(27,5k), Manuale COS+5(137,5), COS+6(36k), Bracciali armatura +8(64k), Anello deviazione +5(50k), SAG+6(36k), Scudo fluttuante +1(9k), Amuleto delle armi naturali+1 Energia luminosa(72k, preso dal Savage Species), 2xNightstick(15k), Ankh of ascension(9k, magic item compendium), Ring of enduring arcana(6k, Complete mage), Cintura del monaco(13k), Pietra fluttuante +1CL(30k), Pietra fluttuante +1 CA(5k), Pietra fluttuante +1 Hit, TS, ecc.(30k), SAG+6(36k)=576k

Rimanenti 4k monete d’oro

Incantesimi giornalieri(21° liv, dell’incantatore, 25° contro dispel):

6°: Resistance, superior; Energy immunity
5°: Righteous wrath of the faithful, Giusto potere
4°: Potere divino, Int. dalla morte
3°: Veste magica(scudo fluttuante)

Slot liberi:
5°: 1
4°: 1
3°: 5
2°: tutti
1°: tutti


La Storia di Desteria [Seconda parte]

A quei tempi, infatti, tutta la magia era gestita ed elargita dagli dei e dai loro officianti, limitandone quindi l’uso e l’accessibilità. La magia era dunque una risorsa eccezionale, dono degli dei onnipotenti, e nessuno nell’intero continente ne richiedeva l’impiego se non dopo una lunghissima valutazione. Accadde però che durante l’esplorazione del continente, un gruppo di avventurieri costituito in egual misura da ogni popolo, giunse al “Cuore spento del mondo”; questo luogo era completamente deserto, una landa desolata senza alcuna forma di vita animale o vegetale e completamente priva di risorse naturali. Appena messo piede in questo deserto tutti i membri della spedizione sentirono all’improvviso un senso di vuoto e di soffocamento, quasi come se gli fosse stata tolta l’aria dai polmoni; lo shock fu terribile e la maggior parte dei membri della spedizione impazzì completamente mentre cercavano disperatamente di recuperare questo ignoto elemento di cui erano stati privati. Pochi di loro riuscirono a fuggire da quel posto maledetto, ed una volta rimesso piede a Desteria capirono: ciò che mancava nel “Cuore spento del mondo”,ciò che era parte del mondo intero, di ogni pianta, animale e di ogni membro di ogni popolo era la Magia. Una magia diversa da quella degli dei, che impregnava ogni essere vivente ed ogni oggetto del continente;i pochi superstiti riuscivano ora a percepirla senza sforzo, e studiarono il modo di utilizzarla per plasmare il mondo a loro piacimento. I Nani crearono le rune, sigilli arcani intagliati in un raro minerale, il Bryn, reperibile solo nelle profondità delle montagne che circondano la regione del Kurtol-Thar, attraverso le quali immagazzinavano la Magia in modo da poterla utilizzare in seguito per i loro desideri; gli elfi invece spesero innumerevoli decenni ad esaminare la Magia, ricercando i modi migliori per imbrigliarla , producendo infine svariati grimori in cui erano annotati tutti i rituali necessari a controllare questa immensa energia; gli umani invece, a causa della loro breve vita, utilizzarono un approccio più diretto ed immediato, seguendo il loro istinto e plasmando la Magia di volta in volta in modo diverso, ottenendo grandi successi, ma anche terribili catastrofi. Fu proprio una di queste catastrofi a far espldoere un conflitto che cambiò enormemente Desteria e le creature che l’abitavano. Un gruppo di stregoni(cosi si facevano chiamare gli arcanisti umani), durante un esperimento sul limitare del “Cuore spento”, causò un momentaneo maelstorm che risucchiò, seppur per un solo secondo, tutta la Magia dal mondo, provocando la morte di tutti coloro che si trovavano troppo vicini al luogo dell’esperimento, e mutando una gran parte della popolazione del continente. Così come era scomparsa, la magia tornò, ma la violenza e la velocità di questo evento ebbe conseguenze devastanti: nuove razze, maggiormente legate alla Magia, nacquero improvvisamente, con limitate capacità di influenzare il mondo con poteri molto simili a quelli sviluppati dagli arcanisti dei tre popoli; intere zone del continente mutarono, assumendo caratteristiche eccezionali, nella maggior parte dei casi tanto belle quanto letali, rendendo rischioso qualsiasi spostamento. 


BG di Targal Un-Hol-Badek

Nome: Targal Un-Hol-Badek (cognome del mastro fabbro che lo ha accolto Uirich)

Razza: Nano mezzo-minotauro

Anni: 62

Classe e livello: 3 Anima prescelta/4 Guerriero/3 Lanciatore Brutale/1 Maestro Tiratore/3 Martello di Moradin

Allineamento: Legale/Buono

Background:

“Le rudi forme di un nano così svilite e deturpate dall’ignominia” questo risponde Targal quando un avventuriero appena giunto in città gli chiede le sue origini. “I minotauri, mostruose ed orrende bestie, degne solo d’essere l’incudine del mio martello, dei colpi violenti in nome di Moradin. Si sono insediati sotto le nostre montagne, a gozzovigliare e smembrarsi lo spirito, quando meriterebbero solo che il corpo gli fosse smembrato del tutto, da me, come da qualsiasi altro mio compagno. Così è cominciata la storia della mia vita: io sono il figlio dell’odio”. Ed intanto si siede su una rustica sedia della locanda in cui si trova e, fissando aspramente gli occhi dell’interlocutore, continua: “Sono nato nell’aspetto e nell’anima, simile e lontano, al contempo, dal potente Moradin e, infausto, ho affibbiato a tale forma lo scotto di un parto innaturale: mia madre è morta durante il mio concepimento. Ah.. questi occhi, questo riverbero fuligginoso dei miei occhi, e questa peluria incolta e dirompente sono i segni di uno scempio. Mio padre, potresti chiedere? Mio padre è un minotauro, uno di quei demoni del sottosuolo, uno di quegli esseri che minano più degli altri la salute e il progredire della robusta stirpe nanica; mia madre è stata violata nel suo sigillo più intimo.. come tuonano queste parole, più del rimbombo di un martello sul ferro rovente, in un’officina ricolma di fumo: ecco come sono nato io, dopo numerose di queste volte; e intanto il mio seme gemeva invano, incosciente fino a quando Uirich, il mastro armiere, l’unico ad avere la forza e la possenza di pronunciare tali parole, mi ha mostrato cruda la verità. Quanto devo a quell’uomo, non basterà la birra, seppur la nostra sia la migliore birra di sempre, non basterà a ripagarlo del male, della verità  e della sua stessa identità di cui questo nano mi ha fatto dono.” L’interlocutore, a sentire queste parole, e a vedere un nano così possente quasi commuoversi al pronunciarle, prova un sussulto di panico ed inarrivabile comprensione. Poi chiede a Targal quale sia stato il suo cammino fin lì e allora comincia un lungo racconto: “Sono cresciuto nell’incomprensione della mia ferinità fino all’età di 21 anni, quando venni a conoscenza delle mie origini e sentii, nel mio petto, il richiamo alle armi di Moradin. Quest’empietà mi aveva disvelato il destino che mi era stato concesso fin dall’unione tra Leida, mia madre, e la bestia. Cominciai a lavorare come fabbro al fianco di Uirich, temprando il mio fisico e la mia mente più duramente del metallo stesso, e mi forgiai un martello perfetto, il martello del mio dio, il martello che non mi avrebbe mai abbandonato; con questo martello mi allenai duramente ed intensamente, ed imparai a comprendere l’onere di tale peso, fin da quando sollevai, la prima volta, il ferro non battuto, lancinante per le fiamme della forgia. Intanto vivevo intensamente la vita della mia città, una di quelle famose del Kurtol-Thar, mi destreggiavo tra locande, per godere a pieno di ciò che a pieno sarei dovuto essere, un nano, chiese, per adempiere ciò a cui ero destinato, armeria, dove preparavo il mio prossimo futuro, e forgia, dove il mio futuro continuavo a costruirlo. Beh.. questi martelli” indicando i tre martelli che porta con sé “sono stati la mia più grande opera, perché guidati dallo spirito di Moradin. Il primo, come ti ho detto, straniero, l’ho forgiato all’età di 25 anni, da giovane, e si chiama Gorevar, Segugio di Moradin, ed insegue senza sosta chi osa minare la nostra civiltà ed il nostro onore, il secondo l’ho forgiato a 48 anni, molti anni dopo, e si chiama Reksa, Fragore di Moradin. Diversi eventi mi hanno portato a forgiare tre martelli, ed ognuno ne porta le ferite profonde o le gioie indissolute che mi hanno lasciato in memoria. Il primo, come potrai aver capito, viandante, è stato forgiato in ricordo di mia madre e, se ben vedi, raffigura, sul lato manco, un minotauro steso sul fianco, sanguinante e dolente, come un insospettabile spettatore della propria disfatta, mentre, sull’altro lato, vi è inciso Leia, il nome di mia madre, definito da contorni di pirite. Il secondo martello, invece, porta con sé la memoria del mia infaticabile lotta ai confini della città, in un duro periodo di scontri e violenze. Molti compagni sono caduti in quegli scontri, e la mia stessa donna, Aranvin, una nana dai tratti tiepidi e delicati; il suo viso mi ricorda il tepore della forgia mentre si fredda, in quei momenti in cui mi attendeva, recando le gemme che aveva raccolto con mio fratello, Barek, fratello d’intenti, s’intende, la personalità più vicina a Moradin che io conosca.” E, trattenendo il naturale tremolio delle labbra, dovuto alla piacevolezza dei ricordi, più che ad una reale umana commozione “Ma ora anche lei mi attende, protetta dalle braccia dello Spirito Forgiatore. Il dolore che senti nelle mie parole non è per niente commisurabile a quello che sento nel mio petto, tuttavia ho imparato a controllare lo spirito, per essere ferreo in battaglia e nella vita: se chi deve essere forte si mostra debole, cosa farà chi ha bisogno di forza.. Seppure so bene che non è debolezza la mia, non è paura quella che mi conduce allo strazio di quei ricordi, a gemere nel limitare del mio cuore, e a temere, tuttavia penso che nella tua esperienza di viaggio tu abbia incontrato persone che, anziché temere il guerriero, temono l’arma; io ho sempre temuto il guerriero, a volte ho anche temuto me stesso. Reksa porta inciso lungo tutto il suo contorno le scene di quella lotta, e questa verde apofillite tiene con sé il mio cordoglio. Il terzo martello, l’ultima tappa, per ora, della mia vita, si chiama Daregal, Tempra di Moradin, ed è il martello più potente che ho. Quest’arma mi aiuta a difendermi dai nemici più vicini, quelli i cui occhi ricordano le mie origini insane. Duro e rapido, modellato nella cavità di una grotta della catena montuosa ad Ovest, al caldo naturale di quel luogo, e temprato in una spelonca che affaccia sulla spiaggia, vibrante al freddo marino che si ergeva poderoso e raggelante. Questo martello da guerra ricorda la mia venuta a conoscenza della classe dei “Predestinati”. Tutti, nella mia città, conoscono tale leggenda, ed ora tale realtà, ma nessuno mai mi aveva appellato in tal modo; siamo un popolo semplice, e gli effluvi del fumo di forgia, della buona birra e della fedele compagnia ci fanno tralasciare ciò che potrebbe restare in noi delle convinzioni comuni. Eppure è bastato che mi allontanassi un bel po’ dalla mia città, per una missione di accordo nelle terre vicine, in nome di Moradin, perché venissi a conoscenza di quanto gli dei con me fossero stato singolari. Un onore, penserai, ebbene per me è onorevole servire Moradin in tutti i modi in cui mi è possibile, ed è onore ed onere rispettare quanta fiducia abbia riposto nel figlio dell’odio, perché da questa semenza mi allontani. Quest’arma è stata forgiata da me a 52 anni, nel pieno delle mie capacità di fabbro,  risente dell’esperienza acquisita. Porta inciso lo stesso simbolo che mi ha sempre marchiato, il simbolo dei “Predestinati”, su entrambe le facce: da un lato domina la corniola, dall’altro il diaspro. Ebbene quello che credevo fosse il simbolo dell mia genesi immonda e bestiale, si è rivelato essere il simbolo di una futura ascesa, il simbolo della chiamata alle armi del Padre dei nani. Eh.. come sono arrivato fin qui? Alla zelante e speranzosa ricerca degli altri “Predestinati”, protetti, consci o non consci, da Moradin.. ricerca che si è conclusa in te”. Così detto, l’interlocutore alza il braccio ed ordina qualcosa da mangiare.

 

 

N.B.:Questo è il BG scritto da uno dei miei giocatori che ho riportato fedelmente senza modifiche. Enjoy!


La storia di Desteria [Prima parte]

E così tutto iniziò. Migliaia gli elfi ed i nani, dieci volte tanto gli umani; si risvegliarono in ogni angolo del continente che in seguito chiamarono Desteria. Erano tutti già in età adulta, ed ognuno conosceva il linguaggio della propria razza; nonostante ciò, non conoscevano le abilità e le peculiarità che li contraddistinguevano gli uni dagli altri. Iniziarono ad esplorare il mondo, ad incontrarsi ed a riunirsi. Dopo poco nacquero i primi villaggi, dove tutte le stirpi si aiutavano e vivevano insieme. Dopo poco, però, gli umani, desiderosi di dominare, e ben consci della loro superiorità numerica, imposero il loro comando sui nani e gli elfi, che offrirono ben poca resistenza, volendo evitare inutili spargimenti di sangue, ed avendo capito che non avrebbero mai potuto vincere questo scontro. Gli anni del “Dominio dei Fragili”,così gli studiosi in seguito definirono quel periodo, furono contraddistinti da uno stagnare delle arti, delle scienze e di qualsiasi altra attività che richiedesse il desiderio di migliorare o di sperimentare. Dopo 60 anni, però, la popolazione dei nani e degli elfi, grazie alla loro longevità, aveva raggiunto in numero quella degli umani, e fu così che si scatenò la Rivolta Immacolata. In ogni villaggio, città o regione, gli elfi ed i nani imposero la loro volontà ai signori degli umani, ora null’altro che larve viziate, prive di ogni capacità di comando o di qualsivoglia spirito combattivo. Gli anni del Dominio cessarono, ed ebbe inizio un periodo di grande prosperità per l’intero continente: la guida degli elfi e dei nani primogeniti era illuminata, e volta al bene di tutti. In questi anni furono realizzate opere eccezionali, sia in campo artistico che tecnologico: massima espressione dell’arte elfica fu la “Radura di legno scolpito”, situata nel cuore del territorio che in seguito divenne lo stato elfico del Thamlan, mentre i nani costruirono le città sospese del Kurtol-Thar, massima espressione del genio edile del loro popolo. Inoltre, per la prima volta, gli dei apparvero ai popoli attraverso i loro prescelti. Chiese e templi furono costruiti in loro onore, ed i primi chierici ottennero la capacità di utilizzare i poteri degli dei. Dopo i primi settant’anni di armonia, i primogeniti decisero di mettersi da parte, lasciando il comando ad i rappresentanti più abili dei tre popoli, auspicando la continuazione del periodo conosciuto come “Era dei primi”. Purtroppo però, dopo i primi trent’anni della ”Era dei secondi”, un profondo odio razziale iniziò a serpeggiare nella popolazione. I Nani ritenevano di aver maggior diritti degli elfi, essendo loro gli artefici dei ponti, delle dighe, delle strade e di tutte le grandi strutture che erano utilizzate in Desteria; gli elfi invece erano i curatori dei boschi, delle radure, degli animali e delle grandi biblioteche, e ritenevano fosse il loro il contributo più grande al mondo, e su queste basi avanzavano richieste sempre maggiori, a scapito degli altri popoli. Gli umani, invece, chiedevano maggiori vantaggi e protezioni, essendo loro la razza più debole e dalla vita più breve, ed invidiavano immensamente gli elfi ed i nani, poiché essi avevano la possibilità di vedere il risultato dei loro sforzi più eccezionali, mentre gli umani dovevano impiegare intere generazioni prima di poter completare i loro progetti più ambiziosi. Tutto questo risentimento esplose pochi anni dopo, in seguito agli eventi che portarono alla scoperta della magia arcana.